Cascina Campi

Cascina Campi

Via Fratelli Rizzardi, 15
20151 Milano

 

La storia

La Cascina Campi è stata costruita tra il 1825 e il 1828 su iniziativa di un tenace ed intraprendente sacerdote: don Bravo.
Egli adibì il fabbricato al ricovero di mutilati ed invalidi mentali e volle costituire una vera e propria comunità, in cui ognuno, secondo le proprie possibilità, contribuisse alla sussistenza della comunità stessa.
Così, i terreni circostanti furono coltivati, fu costruita la stalla con un ampio porticato e il fienile sovrastante; si cominciarono ad allevare animali da cortile e da carne, in risposta alle necessità alimentari ed economiche della comunità.
In seguito, la cascina e i terreni di pertinenza furono venduti alla famiglia Reina di Saronno, quindi all’Associazione Figli dei Caduti sul lavoro, Enaoli, poi alla Regione Lombardia ed, infine, al Comune di Milano.
Dal 1918 in un’ala di questa cascina ha abitato la famiglia di Don Luigi Moretti, l’indimenticabile e molto amato don Luigi della chiesa di sant’Anselmo di Baggio.
La famiglia Campi divenne affittuaria della cascina nel 1928: quella attuale è la quarta generazione che vi abita e lavora.
Nell’ultimo ventennio la famiglia Campi si è battuta per la tutela e la sopravvivenza dell’attività agricola legata a questo complesso rurale, minacciato dalla crescente urbanizzazione. Il sorgere di nuovi quartieri residenziali ha provocato l’allontanamento delle aree coltive dalla cascina stessa, provocando, tra l’altro, notevoli disagi nel reperimento del foraggio per l’allevamento.
La stalla, un tempo occupata dalle bovine da latte, ospita oggi manze e tori da carne. L’allevamento dei suini è stato invece sostituito da una MINI FARM, che conta numerose pecore, caprette e animali da cortile.
Da una ventina di anni la cascina è stata riconosciuta come Azienda Agrituristica. Essa è un raro esempio di <strong”fattoria metropolitana”. Proprio la sua peculiarità conferisce alla Cascina Campi un ruolo di primo piano tra le realtà agricole del nostro territorio: infatti, essa è la caparbia dimostrazione della possibilità di un’armoniosa convivenza tra attività agricola e insediamenti abitativi.